Salvatore Spada

Pubblichiamo un interessante intervento sull'attuale situazione agricola redatto dal dr. Salvatore Spada, agronomo e Past President CIP

ANNOTAZIONI SULLA TRANSIZIONE AGRICOLA

Attraversiamo una molto complicata e difficile fase di transizione dell'agricoltura europea.


Per tentare di ridurre i rallentamenti in atto da decenni, dovremo muoverci in direzione di modelli operativi più efficienti, in grado di coniugare al meglio:

- la capacità di produrre per il mercato le qualità richieste a costi compatibili;

- la possibilità per gli operatori agricoli ed agroindustriali di ricavare redditi dignitosi dalle attività svolte;

- l'utilizzazione di tecnologie rispettose dell'ambiente, assicurando ai consumatori produzioni di qualità a prezzi abbordabili;

si tratta di equazioni a più incognite che richiederanno un impegno rilevante di risorse umane di elevata qualificazione.

Ad avviso dello scrivente occorre sviluppare strategie che consentano di equilibrare innovazioni tecnico scientifiche, assetti organizzativi e capacità di stare sul mercato, in grado di superare dispersione delle attività, individualismo e localismo esasperati,e linee di politica agraria più proiettate sulla conservazione - stagnazione che sulla crescita e lo sviluppo, ove possibili.

Di fatto, la globalizzazione, la concorrenza di realtà agricole meglio organizzate o che possono produrre a costi più contenuti e che utilizzano in modo compiuto le innovazioni strategiche messe a punto da scienza e tecnica, hanno ridotto le possibilità di continuare a mantenere in fase di galleggiamento sistemi produttivi che non hanno saputo o potuto o voluto ristrutturarsi e riorganizzarsi.

In Italia ed in Sardegna, nello specifico, vi sono vaste aree agricole abbandonate, dove gli operatori agricoli non riescono ad ottenere risultati economici positivi, ma i modelli del passato dovrebbero essere superati del segmento di agricoltura orientata a competere; l'impresa agricola avanzata dovrebbe far parte di reti di imprese che programmano le coltivazioni per il mercato, gestiscono al meglio le possibilità di innovazione offerte da scienza e tecnica garantiscono un buon equilibrio tra qualità delle produzioni, costi e prezzi, in alternativa rimane la piccola operatività locale, peraltro meritoria, ma che difficilmente potrà creare possibilità di sostanzioso sviluppo.

L'indice di invecchiamento degli addetti ai lavori nel settore primario, è un ulteriore segnale delle difficoltà che caratterizzano una grande parte della nostra agricoltura,che non potranno essere superate ,almeno in parte, con linee produttive elitarie e di alta qualificazione che possono avere uno spazio mercantile limitato.

Vorrei rammentare che in Italia ed in Sardegna non siamo riusciti ad organizzare le Organizzazioni Interprofessionali, che in altri paesi dell'Unione, gestiscono con successo i sistemi agricoli e di specifici territori.

L'innovazione genetica avanzata (OGM e successive evoluzioni) bloccata in Italia e rallentata in altri paesi europei, secondo il parere di una parte importante del mondo scientifico, tecnico ed operativo, avrebbe potuto concorrere alla evoluzione dei modelli di coltivazioni, al contenimento dei costi ed alla riduzione della utilizzazione della chimica in agricoltura.

Su questo tema vi è una novità positiva, infatti il Ministero delle risorse agricole ed alimentari ha deciso di finanziare un programma di ricerca biotecnologica avanzata (DNA editing, cisgenetica) in diversi comparti agricoli di produzioni vegetali, si tratta di un segnale positivo, che può concorrere a far fronte alla necessità di innovazione del settore primario.

Anche in questo specifico segmento di attività, la rappresentanza della vivaistica viticola europea, Comitato Internazionale dei vivaisti viticoli - CIP, che ho avuto il l'onore di presiedere, nei primi anni 2000 si era espresso a favore della possibilità di commercializzare le barbatelle OGM di vite, una volta superati i controlli previsti, come il buon senso suggeriva.

Occorre sottolineare che negli ultimi decenni, in agricoltura e nell'agroalimentare, dopo un lungo periodo di crescente utilizzo dei mezzi tecnici, concimi, antiparassitari, diserbanti etc, è prevalso un orientamento, particolarmente mirato alla qualificazione delle produzioni, alla sostenibilità ambientale, alla riduzione dell'utilizzo dei mezzi tecnici, tali iniziative talvolta hanno messo in secondo piano le necessità di equilibrare i nuovi modelli di coltivazione con la sostenibilità economica degli stessi, indispensabile al buon esito delle attività.

In conclusione possiamo considerare che la sommatoria dei vantaggi derivati da organizzazioni produttive più efficaci a adeguatamente raccordate con il mercato, dalla ulteriore evoluzione dei modelli di coltivazione e dei processi produttivi, da una più incisiva utilizzazione delle innovazioni più performanti, da una burocrazia più "soave", da politiche e da sostegni specificamente mirati alla riorganizzazione ed alla modernizzazione delle filiere, potrebbero concorrere alla costruzione di attività più competitive.

Gli agricoltori ed i produttori di alimenti, per parte loro, potrebbero lavorare per ridurre le incrostazioni e le vischiosità dei sistemi in essere che ostacolano le possibilità e le potenzialità di competere.

Le parole d'ordine utili per conseguire gli obiettivi dovrebbero essere: innovare con giudizio per poter difendere la posizioni e crescere se possibile.